Dan Zanger è il detentore del record mondiale per il maggior guadagno percentuale di un portafoglio personale in un periodo di tempo di 12 e 18 mesi con un rendimento del 29.233% del proprio portafoglio in un solo anno.
Lo ha fatto alla fine degli anni ’90, trasformando circa 11.000 dollari in 18 milioni di dollari tra il giugno 1998 e il dicembre 1999.
Quindi, quando si tratta di trading, questo signore sa chiaramente di cosa parla.
Dall’intervista emerge chiaramente che la cosa più importante per Zanger è seguire i leader.
In sostanza, vuole essere nei titoli che le istituzioni vogliono.
E con “vogliono” intendo dire che le istituzioni non hanno paura di versare letteralmente centinaia di milioni di dollari in un titolo.
Questo è il tipo di forza (per chi è dentro il RAPTOR sa di cosa parlo) che consente ai titoli di compiere enormi movimenti plurimensili (se non pluriennali).
Molto di ciò che Zanger fa ha ispirato quello che faccio anche io, e questa mentalità di “seguire le istituzioni” è tipica della nostra formula.
Tutti giorni ripeto ai nostri clienti “trovate il vostro modo di tradare attorno alle diverse sfumature personali ma NON COMPRATE TITOLI RANDOM!!!”
Detto questo, Zanger ha adattato la formula al suo stile personale,
come io l’ho addatato al mio ed è quello che cerchiamo di comunicare ogni giorno, in particolare per quanto riguarda i setup grafici e le modalità di entrata e uscita dai titoli.
Naturalmente, questo è un tema comune tra i trader esperti.
Molti di loro indicano O’Neil, Livermore o un altro grande del trading come fonte di ispirazione, ma la realtà è che non possono semplicemente copiare il loro mentore.
Essi – e anche voi – dovete prendere i principi insegnati e adattarli alla vostra personalità.
E al mondo NESSUNO fa questa cosa a parte noi.
Considerando che il trading è già abbastanza difficile così, vi suggerisco di non renderlo ancora più difficile cercando di diventare qualcuno che non siete.
Sfruttate invece i vostri punti di forza e la vostra personalità.
Ci sono molti modi per guadagnare sul mercato, ma non tutti funzionano per voi.
Ecco perché sono un grande sostenitore della creazione del vostro diario di bordo.
I vostri numeri vi dicono la verità sul vostro trading, sulla vostra personalità, paure, punti di debolezza e punti di forza che per forza di cose non sono i miei.
Per esempio, rendermi conto che ero comodamente seduto su profitti in titoli con determinate caratteristiche in un momento in cui il mercato complessivo era in crollo è stata un’enorme iniezione di fiducia su cosa IO riesco a tenere in portafoglio per tanto tempo, oltre ad avermi aiutato a essere più selettivo sui titoli da comprare (un fattore importante anche per Zanger, come vedremo più avanti).
Tra l’altro, all’epoca conoscevo già la “best practice” per essere selettivo sulla scelta dei titoli, ma il semplice fatto di aver sentito questo consiglio non ha avuto lo stesso impatto del vederlo nero su bianco nei miei dati di trading.
Un altro momento chiave è stato quando ho scoperto di essere molto bravo nel comprendere quando il mercato è faorevole ad ampi profitti in breve tempo e quando no.
La sintonia con il mercato è semplicemente a un altro livello per quanto mi riguarda.
Da allora posso rimanere mesi senza comprare nulla, o se lo faccio imposto uno stop loss stretto, senza pregiudicare la mia equity line, e con molta più fiducia nel fatto che questa è la cosa giusta da fare – per me.
Questo ha avuto un impatto enorme sui miei profitti: non solo ho perso meno sulle perdite in termini percentuali, ma ho anche potuto operare con size molto più grandi, il che mi ha aiutato a ottenere guadagni in euro molto più consistenti sui trade in profitto.
Ovviamente non posso dirvi cosa scoprirete esaminando il vostro diario. Ma non potrò mai raccomandarvi abbastanza di prendervi il tempo di rivedere davvero le vostre operazioni.
A parte la mia esperienza personale, molti trader di alto profilo hanno raccontato come la revisione delle loro operazioni abbia modificato in modo permanente e in meglio i loro risultati, tra cui Jesse Livermore al quale ho dedicato un intero capitolo nel mio libro.