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Il grande reset americano: S&P500 verso i 7500 punti

In un anno caratterizzato da novità fiscali e sconvolgimenti tecnologici, gli Stati Uniti si trovano a un bivio cruciale.

Il surplus di bilancio registrato a giugno 2025 ha smentito le narrazioni allarmistiche, spingendo gli scettici di Wall Street a cercare nuovi motivi di preoccupazione.

Ma senza troppo clamore, si sta compiendo una trasformazione ben più profonda. La “Giornata della Liberazione” di aprile  ha ridefinito il ciclo economico, aprendo la strada a un rally storico che potrebbe portare l’indice S&P 500 a quota 7500 entro metà del 2026.

Parallelamente, l’ascesa della blockchain, l’exploit di Ethereum e l’introduzione di leggi epocali come il Guiding and Establishing National Innovation for U.S. Stablecoins Act (GENIUS Act) e il Digital Asset Market Clarity Act del 2025 (CLARITY Act) stanno riscrivendo le regole della finanza globale.

Mentre l’attenzione si sposta dalle vecchie ortodossie a un’innovazione pragmatica, come investitore ti trovi di fronte a un’opportunità unica: adattarti alla nuova realtà o restare indietro.

Questa è la storia di un rally straordinario per l’America, in cui i coraggiosi, non i prudenti, ridisegneranno le fondamenta dell’economia del XXI secolo.

Questo è il momento degli “irragionevoli”, di coloro che sfidano le convenzioni e il pensiero comune.

Con un raro surplus di bilancio di 27 miliardi di dollari a giugno 2025, le élite di Wall Street e i custodi dell’ortodossia finanziaria si trovano spiazzati, mentre gli innovatori riscrivono le regole del gioco.

La lezione per noi è chiara: non lamentarsi, ma adattarsi, ignorando il rumore di fondo.

Rumore che filtriamo durante i nostri TP Future Insights, il webinar settimanale del lunedì alle 18:00 dedicato all’analisi di mercato a medio-lungo termine, dove esploriamo opportunità di investimento nell’ambito della Quarta Rivoluzione Industriale.

Una nuova realtà fiscale

Il surplus di giugno, alimentato da un boom nelle entrate doganali e da una drastica riduzione della spesa pubblica, ha colto di sorpresa gli economisti. Le raccolte tariffarie hanno raggiunto i 27 miliardi di dollari USA per il mese, quadruplicando rispetto all’anno precedente, grazie alle aggressive politiche commerciali di Trump.

Le uscite governative sono calate di 187 miliardi di dollari, un segnale evidente degli sforzi per imporre disciplina fiscale e maggiore efficienza.

Nonostante il clamore sui deficit fuori controllo, i dati narrano una storia diversa, almeno per il momento. Tuttavia, anche mentre i titoli di giornale celebrano il miglioramento fiscale, il deficit complessivo rimane una sfida impegnativa.

Gli interessi sul debito nazionale continuano a rappresentare un onere gravoso, e il deficit annuo supera i 1,3 trilioni di dollari.

Il surplus, nondimeno, serve da monito che i risultati fiscali non sono scolpiti nella pietra, e che cambiamenti di politica, per quanto controversi, possono produrre esiti positivi inaspettati.

Il solito "al lupo al lupo" dei bond vigilantes

I vigilanti dei bond, quegli investitori istituzionali che vendono titoli di Stato al primo segnale di irresponsabilità fiscale, hanno a lungo esercitato un’influenza sproporzionata sui dibattiti politici.

I loro avvertimenti sui rendimenti alle stelle e instabilità economica hanno spesso plasmato la narrativa a Washington e a Wall Street. Tuttavia, con il surplus di giugno, il loro copione abituale inizia a perdere credibilità.

Cosa succede quando le loro funeste previsioni non si concretizzano?

Sembra che la risposta sia spostare i paletti. Se non è il deficit, è l’inflazione; se non l’inflazione, è lo spettro dell’incertezza normativa o del rischio geopolitico. I vigilanti dei bond prosperano sulla paura, ma i fatti stanno diventando sempre più scomodi per la loro narrativa.

Ebbene sì, Wall Street ha fatto della profezia di sventura un’industria a sé stante.

Mentre molti alimentano il timore che la strategia del presidente Trump per ottenere maggiore responsabilità dalla Federal Reserve stia causando un aumento dei tassi d’interesse, la realtà è diversa. È solo questione di tempo prima che i cosiddetti “bond vigilantes” si rendano conto che i proventi delle tariffe doganali contribuiranno significativamente alla riduzione del deficit.

Il rinnovamento economico di Trump: un reset per la crescita

Le politiche di offerta di Donald Trump, in particolare i tagli fiscali per la classe media, hanno suscitato vivaci dibattiti.
I critici le considerano rischiose, ma i dati offrono una prospettiva più variegata.
 
Il Tax Cuts and Jobs Act ha prodotto benefici tangibili per le famiglie americane, con un aumento significativo della deduzione standard e un’espansione del credito d’imposta per i figli.
 
Sebbene permangano discussioni sugli effetti distributivi, è chiaro che i vantaggi hanno raggiunto non solo Wall Street, ma anche Main Street, sostenendo il tessuto economico della classe media.
 
L’approccio di Trump, definito dalla propagandistica “Giornata della Liberazione”, si configura come un reset radicale del ciclo economico, capace di gettare le basi per una nuova fase di crescita.
 
I cicli storici dimostrano che tali interventi, come quelli post-1981 (Reaganomics) e post-2017 (primo mandato di Trump), spesso preludono a rally di mercato significativi.
 
Per questo penso che l’S&P 500 possa raggiungere quota 7500 entro la metà del 2026, una proiezione ambiziosa ma fondata su quasi un secolo di dati di mercato e dal peso della rivoluzione tecnologica in atto, che evidenziano come il progresso sia spesso guidato da chi sfida le convenzioni.
 
La previsione di un S&P 500 a 7500 entro la metà del 2026 si basa su pattern storici osservati in periodi di riforme fiscali e deregolamentazione, estratti da fonti come il Federal Reserve Economic Data (FRED), S&P Dow Jones Indices e studi della Brookings Institution.
 
I dati storici indicano che, dopo reset economici come il Tax Cuts and Jobs Act del 2017 o l’Economic Recovery Tax Act del 1981, l’S&P 500 ha registrato rally medi del 20-30 % in 1-2 anni.
 
Questo scenario è supportato da modelli econometrici che correlano tagli fiscali e surplus di bilancio a un’espansione dei multipli P/E (tipicamente tra 15x e 20x nelle fasi di crescita).
 
Il surplus di bilancio di 27 miliardi di dollari registrato a giugno 2025, guidato da un aumento quadruplo delle entrate tariffarie rispetto all’anno precedente, rafforza questa traiettoria, richiamando precedenti storici come il surplus del 1998 (+27% S&P 500).
 
Dati del Tesoro statunitense e del Congressional Budget Office (CBO) confermano che i surplus fiscali, come quello di giugno 2025, spesso coincidono con fasi di crescita azionaria.
 
Nel 1998, un surplus annuo di 69 miliardi di dollari ha accompagnato un rally dell’S&P 500 del 27%.
 
La proiezione per il 2025-2026 si allinea a questi precedenti, con il surplus tariffario che segnala una nuova efficienza fiscale, capace di catalizzare l’ottimismo degli investitori. In sintesi, il reset economico attuale, combinando tagli fiscali, deregolamentazione e una gestione fiscale più disciplinata, crea le condizioni per un rally di mercato significativo.
 
La storia insegna che chi si adatta a queste dinamiche, ignorando le critiche convenzionali, può cogliere opportunità straordinarie. 

Inflazione: il mito che non muore mai

Gli avvertimenti sull’inflazione del presidente della Federal Reserve statunitense, Jerome Powell, sono diventati una costante nel panorama economico degli ultimi anni.

Tuttavia, l’inflazione si è attenuata e la Federal Reserve ha reagito riducendo i tassi di interesse, portando il tasso dei fondi federali a un intervallo compreso tra il 4,25% e il 4,5%, e con grande ritardo probabilmente taglierà al prossimo FOMC di settembre.

Il mercato del lavoro negli Stati Uniti rimane stabile nonostante le ultime revisioni negative degli NFP e la crescita del prodotto interno lordo è solida.

La temuta spirale inflazionistica non si è concretizzata, con grande disappunto di chi trae profitto dal panico.

La paura dell’inflazione, come molte altre prima di essa, non è altro che un mito, parte di un ciclo infinito di narrazioni di mercato.

Man mano che i fatti cambiano, cambiano anche le storie raccontate dai media finanziari e dai loro capi a Wall Street.

Il momento blockchain dell'America

Mentre l’establishment tradizionale si tormenta per deficit e inflazione, una nuova rivoluzione sta silenziosamente rimodellando il panorama finanziario.

Gli Stati Uniti sono destinati a diventare la superpotenza della blockchain, grazie alle storiche leggi GENIUS e CLARITY. Proprio come la contabilità a partita doppia ha trasformato il commercio secoli fa, il sistema “a tripla entrata” del blockchain promette di rivoluzionare la fiducia, la trasparenza e l’efficienza nel settore finanziario.

Questa tecnologia introduce un registro immutabile e decentralizzato: un record criptograficamente sicuro distribuito su una rete globale.

La fiducia non risiede più in autorità centrali, ma è incorporata nel codice. Ciò significa regolamentazione istantanea e riduzione delle frodi con i pagamenti che si liquidano in tempo reale, minimizzando i rischi di manipolazione e errori umani.

Le barriere all’ingresso inoltre si abbattono, permettendo a chiunque di partecipare a mercati globali attraverso smart contract automatizzati e trasparenti.
Si tratta di nuova architettura per la finanza: più efficiente, sicura e inclusiva, che favorisce l’innovazione senza i vincoli del passato.

Da sottolineare l’impatto di questi provvedimenti.

La GENIUS Act stabilisce regole rigorose per le stablecoin, imponendo riserve complete e piena trasparenza.

Questo non solo rafforza il dominio globale del dollaro statunitense, attirando capitali verso i Treasury USA e promuovendo la stabilità finanziaria, ma rappresenta anche il primo grande passo legislativo nel mondo crypto negli Stati Uniti, firmato in legge dal Presidente Donald Trump il 18 luglio 2025.

Le stablecoin, token blockchain ancorati a un valore fisso (tipicamente 1 USD), devono essere supportate 1:1 da asset liquidi come contanti o titoli di Stato a breve termine, con audit mensili e restrizioni sulla reipotecazione per prevenire rischi sistemici.

Emittenti con oltre 10 miliardi di dollari in circolazione passano sotto la supervisione federale (OCC, Fed o FDIC), mentre i più piccoli possono optare per regolatori statali, purché equivalenti.

Questo quadro non solo protegge i consumatori – ad esempio, garantendo priorità ai detentori in caso di fallimento – ma combatte il riciclaggio e le sanzioni, elevando gli USA a leader indiscusso negli asset digitali.

La CLARITY Act, d’altra parte, divide definitivamente la supervisione tra la Securities and Exchange Commission (SEC) e la Commodity Futures Trading Commission (CFTC), ponendo fine a anni di ambiguità regolatoria che hanno ostacolato l’innovazione.

Approvata dalla Camera dei Rappresentanti il 17 luglio 2025 con ampio sostegno bipartisan (294-134), la legge assegna alla CFTC l’autorità primaria sui mercati spot di “digital commodities” – asset come Bitcoin ed Ethereum legati a blockchain decentralizzate e mature – mentre la SEC mantiene il controllo su quelli classificati come securities, come token emessi tramite contratti di investimento.

Una “mature blockchain system” è definita come una rete non controllata da un singolo ente o gruppo, con criteri chiari per la transizione da security a commodity, inclusi disclosure semestrali e un processo per delisting di asset non conformi.

La legge introduce anche nuove categorie di registrazione per exchange, broker e dealer di digital commodities sotto la CFTC, con esenzioni per DeFi non custodiali e sovrapposizioni armonizzate tra le due agenzie.

Questo bilancia innovazione e protezione, estendendo regole anti-frode e AML a tutti i partecipanti, senza pregiudicare l’interoperabilità globale.

Insieme, queste leggi armonizzano regolamentazione e mercati liberi, riecheggiando la visione dell’economista Adam Smith secondo cui la prosperità nasce da regole chiare e spirito imprenditoriale.

La tokenizzazione e i settlement istantanei promettono mercati più inclusivi ed efficienti. L’era in cui Wall Street, la Federal Reserve e Washington D.C. rappresentavano ostacoli all’innovazione sta volgendo al termine, aprendo la porta a una finanza più democratica e resiliente.

Blockchain come spina dorsale dell’economia digitale

L’internet ha rivoluzionato l’informazione e la comunicazione, ma non è mai stato concepito per la finanza globale.

L’attuale sistema frammentato di intermediari – banche, camere di compensazione, processori di pagamento – introduce attriti e costi elevati.

Il blockchain rappresenta il motore a vapore dell’economia digitale, restituendo proprietà e controllo agli utenti e consentendo il trasferimento di valore peer-to-peer senza intermediari.

Le stablecoin, token digitali ancorati al dollaro statunitense, stanno trasformando la finanza globale.

Con il declino delle partecipazioni estere nel debito pubblico USA, gli emittenti di stablecoin hanno accumulato oltre 120 miliardi di dollari in buoni del Tesoro, rafforzando la supremazia del dollaro e colmando il vuoto lasciato dagli investitori tradizionali in ritirata.

Questo fenomeno non solo consolida la stabilità finanziaria, ma posiziona il blockchain come infrastruttura fondamentale per un’economia digitale più efficiente, inclusiva e resiliente.

Con il debito pubblico statunitense che supera i 37 trilioni di dollari e continua a crescere, il mercato dei Treasury americani guarda con crescente interesse agli emittenti di stablecoin, come Tether e Circle (CRCL), come nuovi protagonisti nell’acquisto di titoli di Stato.

La rapida adozione di token digitali ancorati al dollaro da parte di Wall Street è stata catalizzata dalla recente firma del GENIUS Act, che ha introdotto linee guida chiare e un quadro normativo storico per l’industria delle criptovalute.

Secondo HSBC, “un mercato delle stablecoin ben regolamentato potrebbe consolidare il predominio del dollaro statunitense nella finanza digitale, in linea con l’obiettivo del Presidente Trump di rendere gli Stati Uniti la capitale mondiale delle criptovalute.”

La GENIUS Act obbliga gli emittenti di stablecoin a coprire i token con dollari o altri asset liquidi di alta qualità, rendendo i Treasury a breve termine (T-bills) la scelta privilegiata come collaterale.

Questo non solo rafforza la stabilità finanziaria, ma amplia l’accesso al dollaro per miliardi di persone in tutto il mondo.

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato su X: “Le stablecoin amplieranno l’accesso al dollaro a livello globale e porteranno a un’impennata della domanda di Treasury, che ne costituiscono la base. È una vittoria per tutti: utenti, emittenti di stablecoin e il Dipartimento del Tesoro.”

Il mercato delle stablecoin, che nel 2025 ha raggiunto i 250 miliardi di dollari (+22% rispetto all’anno precedente), è dominato da Tether (USDT-USD) e Circle (USDC-USD).

Secondo un’analisi di Morgan Stanley, Tether detiene circa il 65% della capitalizzazione totale, mentre Circle rappresenta il 25%, per un totale combinato del 90%.

Circle, quotata in borsa con un’IPO di grande successo, e Tether, molto utilizzata, hanno consolidato il loro ruolo di leader.

Tether ha annunciato di recente l’assunzione di Bo Hines, ex consulente per le politiche cripto della Casa Bianca, come consigliere strategico per guidare la sua espansione negli Stati Uniti.

A fine 2024, gli emittenti di stablecoin detenevano circa 125 miliardi di dollari in T-bills, pari a meno del 2% dei 6 trilioni di dollari di Treasury in circolazione, secondo la Federal Reserve Bank di Kansas City.

A confronto, le compagnie assicurative detengono cinque volte tanto, mentre i fondi comuni, i maggiori acquirenti privati, possiedono 4,5 trilioni di dollari, ovvero 36 volte di più.

Tuttavia, il mercato delle stablecoin è destinato a una crescita significativa. Coinbase prevede che raggiungerà 1,2 trilioni di dollari entro il 2028, Standard Chartered stima 2 trilioni, mentre Bernstein proietta fino a 4 trilioni entro il 2035. Un’opportunità per colmare il vuoto dei creditori esteri

La domanda di stablecoin sta crescendo proprio mentre il Tesoro USA si affida sempre più all’emissione di T-bills a breve termine, in un contesto in cui acquirenti tradizionali come Cina, Giappone e Canada stanno riducendo le loro partecipazioni.

Secondo Ark Invest, la quota di Treasury detenuta dai principali creditori esteri è scesa dal 23% a poco più del 6% negli ultimi 13 anni, una tendenza che potrebbe intensificarsi con le politiche tariffarie del Presidente Trump e la riduzione delle riserve di obbligazioni da parte delle banche centrali straniere.

Nel frattempo, la Federal Reserve sta riducendo i suoi acquisti nell’ambito della fine del quantitative easing. Nel 2024, Tether si è classificata come il settimo maggior acquirente di Treasury, dietro Regno Unito e Singapore, mentre Cina e Giappone sono stati i principali venditori.

Tether, Circle e l’industria delle stablecoin potrebbero diventare una delle principali fonti di domanda per i Treasury nei prossimi anni, potenzialmente superando Cina e Giappone come principali detentori entro il 2030. Ciò potrebbe contribuire significativamente a ridurre i tassi di interesse a lungo termine negli Stati Uniti, in linea con il piano di Bessent. 

Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, afflussi di stablecoin di 3,5 miliardi di dollari in cinque giorni possono ridurre i rendimenti dei T-bills a tre mesi di circa 2-2,5 punti base entro 10 giorni.

Addirittura se  le proiezioni del settore sono corrette e la domanda di stablecoin supererà il trilione di dollari nei prossimi anni, le stablecoin non solo influenzeranno i rendimenti a breve termine, ma diventeranno un fattore determinante nelle decisioni del Tesoro sul calendario di emissione del debito.

Gli osservatori del settore avvertono che il passaggio di fondi dai depositi bancari alle stablecoin potrebbe ridurre le riserve bancarie e, di conseguenza, l’offerta di prestiti nell’economia.

Stefan Jacewitz della Federal Reserve Bank di Kansas City ha notato: “Questo flusso di fondi potrebbe aumentare la domanda di Treasury, ma ridurre la disponibilità di credito.”

Tuttavia, i partecipanti al settore vedono un impatto netto positivo. Will Beeson, fondatore di Uniform Labs, ha dichiarato a Yahoo Finance: “Le stablecoin saranno un acceleratore significativo per la crescita economica, sia negli Stati Uniti che all’estero.”

Un’altra grande novità nel mondo finanziario è il nuovo standard globale, ISO 20022, che sta sostituendo il vecchio sistema di messaggistica della Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT).

Questo aggiornamento consente a banche e sistemi di pagamento di tutto il mondo di comunicare in modo fluido, con dati più ricchi e regolamenti istantanei. RippleNet, supportato dall’asset digitale XRP, è pienamente conforme a questo standard, permettendo a XRP di fungere da valuta ponte per pagamenti transfrontalieri rapidi ed economici.

La percezione di blockchain e asset digitali è radicalmente cambiata. Non più considerati bolle speculative o rischi di frode, questi strumenti sono ora riconosciuti come le infrastrutture portanti dell’economia digitale.

Grazie a regolamentazioni rigorose, audit regolari e standard globali come ISO 20022, blockchain e asset digitali hanno conquistato la fiducia di istituzioni e individui.

La storia di blockchain e asset digitali è quella di un’evoluzione graduale che ha poi mostrato un momentum sempre più intenso. Ciò che è iniziato come una sfida allo status quo si è trasformato nella base per un’economia globale più efficiente, sicura e inclusiva.

Il mondo non si chiede più se il blockchain sia una truffa, ma quanto velocemente possa costruire sul suo nuovo pilastro fondamentale.

La rivoluzione imminente di Wall Street

L’infrastruttura di Wall Street, radicata negli anni ’60, è matura per un cambiamento radicale.

Il design decentralizzato, trasparente e programmabile del blockchain offre regolamenti istantanei, costi ridotti e una sicurezza potenziata.

La tokenizzazione consente la proprietà frazionata e l’accessibilità globale a diverse classi di asset, rendendo la transizione non solo inevitabile, ma già in corso, seppur graduale.

L’adozione entusiasta delle criptovalute da parte del Presidente Trump segna un punto di svolta nella politica statunitense.

Attraverso ordini esecutivi, riforme normative e l’istituzione di una Riserva Strategica di Bitcoin, si apre una nuova era per la finanza.

Le aziende stanno sempre più adottando il Bitcoin come asset di tesoreria, utilizzandolo come una copertura strategica contro la svalutazione delle valute fiat.

Dall’abbandono del gold standard nel 1971, il dollaro statunitense ha perso il suo potere d’acquisto a un ritmo di quasi l’8% annuo.

Gli investitori si stanno sempre più orientando verso asset scarsi e non sovrani, come il Bitcoin, come strumenti complementari per proteggersi dall’inflazione e dai rischi sistemici.

Il Bitcoin, in particolare, si sta affermando come un’opzione privilegiata, grazie alla sua natura deflazionistica e alla sua indipendenza dai sistemi monetari tradizionali.

La tecnologia blockchain non è solo una moda, ma una trasformazione strutturale del sistema finanziario.

Con la sua capacità di offrire efficienza, trasparenza e inclusività, sta ridefinendo il futuro di Wall Street, ponendo le basi per un mercato globale più accessibile e resiliente.

Lezioni dal pragmatismo americano

Nonostante il tono polarizzato dei dibattiti politici odierni negli Stati Uniti possa suggerire il contrario, l’ascesa economica americana non è mai stata il risultato di estremismi ideologici.

I suoi maggiori successi sono scaturiti da politiche pragmatiche e centriste. Dal consolidamento dei debiti statali di Alexander Hamilton, all’abbraccio dell’innovazione durante la Rivoluzione Industriale, fino al boom economico del dopoguerra, l’America ha prosperato maggiormente quando ha trovato un equilibrio al centro.

Con il piano di Hamilton la centralizzazione del credito e la disciplina fiscale hanno attirato investimenti e unificato una nazione nascente, ponendo le basi per la sua stabilità economica.

L’innovazione tecnologica e gli investimenti in infrastrutture hanno trasformato gli Stati Uniti in una potenza industriale, favorendo l’urbanizzazione e la crescita di una robusta classe media.

La prosperità del dopoguerra invece è derivata dalla combinazione di una domanda repressa e il sostegno governativo a edilizia e infrastrutture che ha generato un’età dell’oro di crescita economica.

Il messaggio è chiaro: la crescita sostenibile e la creazione di ricchezza duratura prosperano al centro, non agli estremi.

Le politiche che bilanciano innovazione, stabilità e investimenti strategici hanno storicamente prodotto i migliori risultati, offrendo una guida per navigare il panorama economico attuale con pragmatismo e visione.

Rumore politico o svolta strutturale?

L’ultimo decennio è stato caratterizzato da oscillazioni politiche e derive ideologiche. L’interesse per la Teoria Monetaria Moderna (MMT) e l’espansione fiscale incontrollata hanno portato a deficit crescenti e a una Federal Reserve lenta nell’adattarsi.

La curva di Phillips è oggi ampiamente screditata, mentre l’impatto inflazionistico dei dazi, un tempo temuto, si è rivelato esagerato.

Tuttavia, il pendolo sta tornando verso il centro, con un rinnovato focus sulla crescita dal lato dell’offerta, la riprivatizzazione e il ripristino della disciplina di mercato.

La vera opportunità non risiede nel rimpiangere gli errori passati, ma nel posizionarsi per il futuro man mano che le politiche si normalizzano.

Un consiglio semplice per gli investitori: sì, sono stati commessi errori e ne verranno commessi altri in futuro, ma è il momento di guardare avanti e prepararsi per un mercato rialzista di lungo termine.

La transizione verso politiche più equilibrate, che favoriscono l’innovazione e la stabilità, segnala una svolta strutturale piuttosto che un semplice rumore politico.

Gli investitori che sapranno cogliere questa opportunità, puntando su mercati guidati dalla disciplina e dalla crescita sostenibile, saranno ben posizionati per capitalizzare su questa nuova fase economica.

L'offerta torna di moda

È in corso un cambiamento epocale, un ritorno ai principi fondamentali: il mercato come motore della crescita.

Il “Big Beautiful Bill” e il Piano “3-3-3” (3% di crescita del PIL, 3% di deficit di bilancio, 3 milioni di barili giornalieri aggiuntivi di produzione di petrolio greggio) segnano una svolta decisiva.

Tagli fiscali e deregolamentazione mirano a ridurre l’impronta del governo, liberando investimenti privati e stimolando l’innovazione.

Il fondo sovrano proposto mira a gestire le risorse nazionali con la disciplina del settore privato, diminuendo la dipendenza dal debito pubblico. Abbiamo avuto in primo assaggio con le partecipazioni in Intel.

L’era della stampa di denaro  e della spesa senza conseguenze è finita. I segnali di mercato e la competizione stanno tornando al centro.

La riprivatizzazione non si limita al trasferimento di asset; si tratta di ristabilire il settore privato come forza trainante della crescita e dell’innovazione.

Riecheggiando la visione di Adam Smith, la politica economica sta rimettendo la “mano invisibile” al cuore del sistema, favorendo un mercato dinamico e competitivo che guiderà la prossima fase di prosperità economica.

La traiettoria della Federal Reserve

La Federal Reserve ha tardato a reagire, ma la direzione è ora chiara. Tagli ai tassi di interesse sono all’orizzonte, con effetti che si faranno sentire nel 2026 e oltre.

Mentre gli Stati Uniti passano da una crescita trainata dal settore pubblico a un dinamismo guidato dal privato, la volatilità potrebbe aumentare.

La crescita del mercato del lavoro durante l’amministrazione del presidente uscente Joe Biden è stata un’illusione.

Con l’entrata in vigore delle politiche immigratorie del Presidente Trump, ci si aspetta che Wall Street realizzi come la crescita nel settore sanitario privato sia stata trainata quasi interamente dall’accesso gratuito alle cure per immigrati illegali.

Questo potrebbe scatenare una “paura da bassa crescita” che potrebbe spingere i tassi sotto il 2%.

Tuttavia, il passaggio a un modello orientato al mercato offre prospettive di rinnovata espansione economica, con politiche finalmente allineate per sostenerla. La crescita occupazionale tra i lavoratori nativi americani è già evidente, con un aumento di circa 2 milioni di posti di lavoro per i nativi negli ultimi 12 mesi, mentre l’occupazione tra i lavoratori nati all’estero è diminuita di 543.000 unità da gennaio a giugno 2025.

Tuttavia, ci vorrà tempo affinché le politiche supply-side di Trump producano effetti pienamente. Lo scenario base non è certo una recessione.

Le proiezioni indicano che la Fed manterrà i tassi overnight stabili intorno al 4,25%-4,50% nel 2025, con tagli graduali a partire dal settembre 2025, portando il tasso a circa il 3,25%-3,50% entro il terzo trimestre del 2026. Ulteriori riduzioni potrebbero estendersi fino al 2027, raggiungendo un terminale intorno al 2,75%-3,00%, in linea con una inflazione prevista al 2,5% nel 2025 e un calo al 2% entro il 2027.

Le politiche immigratorie, inclusa la stretta su ingressi e deportazioni, stanno riducendo la forza lavoro straniera, con un calo di oltre 1,2 milioni di lavoratori nati all’estero da gennaio 2025, esacerbando carenze nel settore sanitario e in altri ambiti chiave.

Questo shift verso i nativi potrebbe mitigare la disoccupazione giovanile (intorno all’8% per i 20-24enni), ma rischia di aumentare i costi e la volatilità se non bilanciato da riforme mirate.

Le politiche di Trump stanno favorendo i lavoratori nativi, ma il pieno impatto – inclusi potenziali shock settoriali come nel sanitario, dove gli immigrati rappresentano fino al 40% della forza lavoro in case di cura – richiederà monitoraggio attento per evitare una contrazione economica più ampia.

Una crescita sostenibile dipenderà dalla capacità di stimolare la partecipazione nativa senza compromettere la produttività complessiva.

Navigare il riallineamento dell'America e la rivoluzione blockchain

Il panorama per gli investitori sta cambiando rapidamente. Con il Liberation Day di Trump, che segna l’inizio di un nuovo ciclo, i mercati si stanno ricalibrando.

Dati storici che risalgono al 1934 suggeriscono che questo riallineamento potrebbe spingere l’S&P 500 verso un obiettivo di 7500 punti entro la metà del 2026, una proiezione audace ma radicata in precedenti e analisi cicliche.

Questo è il momento per l’investitore “irragionevole”, colui che è disposto a sfidare l’ortodossia e cogliere opportunità straordinarie.

Nel frattempo, Ethereum ha testato l’area dei $5000, spinto dalle aspettative di politiche pro-cripto dell’amministrazione Trump.

La tokenizzazione degli asset, come dimostrato dall’annuncio di Anemoy Capital di tokenizzare l’S&P 500 Index nel 2025, sta accelerando, offrendo agli investitori trasparenza, programmabilità e accessibilità globale 24/7.

L’innovazione blockchain non è più una promessa lontana: sta attivamente rimodellando Wall Street e l’intero sistema finanziario.

La convergenza di un ciclo politico rinnovato, un mercato rialzista e l’adozione di blockchain rappresenta un’opportunità unica.

Le riforme normative, come il GENIUS Act per le stablecoin e il CLARITY Act in attesa di approvazione al Senato, stanno creando un ambiente favorevole per gli asset digitali, con una chiara suddivisione delle responsabilità tra SEC e CFTC.

Gli investitori sono chiamati a posizionarsi strategicamente, aumentando l’esposizione a settori come l’intelligenza artificiale, blockchain, l’infrastruttura degli asset digitali, l’industria e la finanza, per capitalizzare su questa trasformazione epocale.

Il manuale dell’investitore: cinque regole per prosperare nella nuova era americana

1)Riconosci il reset del ciclo economico: le politiche di Trump hanno innescato un cambiamento strutturale, come un riavvio del sistema economico. Il “Giorno della Liberazione” segna l’inizio di un nuovo ciclo, storicamente associato a forti rialzi di mercato. I dati quasi secolari dell’S&P 500 suggeriscono un possibile balzo verso quota 7500 entro la metà del 2026.

 

2) Cavalca l’onda della blockchain: il rialzo di Ethereum non è un fenomeno isolato, ma il segnale di un cambiamento più ampio. La tecnologia blockchain, attraverso la tokenizzazione degli asset tradizionali, sta creando nuovi mercati, sbloccando liquidità e offrendo agli investitori accesso a classi di attivi precedentemente illiquide o frammentate.

 

3) Monitora le politiche e la chiarezza normativa negli Stati Uniti: le leggi GENIUS e CLARITY hanno creato un quadro normativo chiaro per gli asset digitali, offrendo certezze indispensabili. Gli investitori devono restare attenti agli sviluppi normativi, mentre l’America consolida la sua leadership nell’ordine finanziario digitale.

 

4) Privilegia agilità e disciplina di mercato: con Wall Street che si adatta a un’economia guidata dalla blockchain, volatilità e cambiamenti rapidi saranno la norma. Abbraccia le riforme dal lato dell’offerta, cogli le opportunità derivanti da deregolamentazione e riprivatizzazione, e mantieniti flessibile per capitalizzare le tendenze emergenti. Azioni concrete:puntare sulla crescita.

 

5) Ignora il rumore di fondo: l’era delle narrazioni guidate dalla paura sta svanendo. Concentrati sui fondamentali, sull’innovazione e sul centro pragmatico, dove si forgia una crescita sostenibile.

 

 

L’intersezione tra un reset del ciclo politico, un outlook di mercato rialzista e l’innovazione scatenata dalla blockchain rappresenta un’opportunità generazionale.

Gli investitori che sapranno riconoscerla e adattarsi a questi cambiamenti saranno i meglio posizionati per prosperare negli anni a venire.

La traiettoria storica della prosperità americana converge verso il centro, verso politiche pragmatiche, dinamismo di mercato e leadership adattiva.

Oggi, questa forza gravitazionale si intreccia con il più profondo cambiamento tecnologico nel settore finanziario dai tempi della partita doppia.

Il ritorno a una gestione economica centrista si affianca all’ascesa della blockchain, della tokenizzazione e di una chiarezza normativa che promette di ridefinire l’architettura dei mercati globali.

Ciò che unisce queste tendenze è una rinnovata fiducia sia nella mano invisibile del mercato sia in un quadro normativo visibile.

Il centro politico si sta dimostrando, ancora una volta, il crogiolo di resilienza e innovazione.

Parallelamente, i progressi normativi e tecnologici negli asset digitali stanno fornendo le infrastrutture per fiducia, efficienza e inclusione.

Le leggi GENIUS e CLARITY non sono solo traguardi legislativi: incarnano la capacità dell’America di armonizzare regole e assunzione di rischi, supervisione e energia imprenditoriale.

Per gli investitori, il messaggio è inequivocabile: il centro non è solo il luogo dove si forgia una crescita sostenibile, ma anche dove nasceranno le prossime grandi fortune.

L’adozione pragmatica delle riforme dal lato dell’offerta e l’istituzionalizzazione della tecnologia blockchain stanno convergendo per creare opportunità senza precedenti.

Chi saprà adattarsi a questa duplice trasformazione, superando rigidità ideologiche e compiacenza tecnologica, non solo trarrà profitto, ma contribuirà a plasmare la spina dorsale dell’economia del XXI secolo.

 

In questa nuova era, gli investitori di successo saranno coloro che riconosceranno il centro non più come un semplice luogo di compromesso, ma come il trampolino di lancio per la prossima ondata di leadership economica e tecnologica.

 

Il futuro appartiene a chi sa leggere i segnali politici e gli indizi storici e agire di conseguenza.

 

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Efisio Garau

Head of Fundamental Analysis

Trend Positioning Invest

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