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La Fed non ti salverà: perché i bond potrebbero affossare i risparmi degli investitori nel 2025

Un evento sta scuotendo i mercati e ignorarlo potrebbe costarti caro.

Nel giugno 2022, scrissi un post dal titolo “Est spacciau s’ollu de proccu” per anticipare che il sostegno della FED ai mercati sarebbe finito. Prevedevo che la FED non sarebbe più intervenuta per salvare il mercato, anche a costo di tollerare inflazione e calo della spesa. Nel 2025, Powell ha confermato esattamente questa visione con un netto “non è un mio problema”.

Per anni, la gestione passiva ha funzionato perché la FED gonfiava i prezzi. Ora che questo meccanismo è rotto, chi si affida solo agli ETF rischia perdite devastanti. La gestione attiva non è più un vezzo, ma un dovere. Chi ignora stock picking e gestione del rischio sarà estromesso. Chi cavalca i trend, invece, potrà prosperare.

Anche tra i nostri clienti c’è chi affida parte del patrimonio alla gestione passiva, ma integra con il nostro approccio attivo per cogliere le opportunità del nuovo contesto. I prossimi 20 anni non premieranno chi resta fermo, ma chi sa adattarsi.

Se vuoi scoprire come evitare di far parte del 99% degli investitori che sarà vittima di questa situazione, puoi acquistare il nostro libro qui.

Dal picco all’allerta: come ci siamo posizionati

A febbraio 2025 l’euforia regnava, ma il nostro portafoglio andava controcorrente. Il RAPTOR era al 90% in liquidità, il THÉMA al 55% con oltre il 40% cash. Non era una previsione del crollo, ma una constatazione: non c’erano titoli solidi da acquistare.

Durante un webinar Premium, abbiamo spiegato che puntavamo a titoli dell’intelligenza artificiale, aspettando volatilità per entrare. Di recente abbiamo iniziato ad acquistare, ma consideriamo il rimbalzo una possibile occasione per ridurre il rischio.

Il sentiment di mercato è ai minimi storici, ma non abbiamo abbandonato la nostra tesi rialzista di lungo termine. Tuttavia, i bond – che oggi non reagiscono più come ci si aspetterebbe ai tagli dei tassi – indicano che qualcosa è cambiato radicalmente.

La nostra strategia non è vendere tutto, ma rafforzare il portafoglio: eliminare ciò che non sovraperforma, incassare profitti parziali e coprirsi con hedging mirato.

Il nodo obbligazionario e il “Liberation Day”

Le nuove tariffe introdotte nel cosiddetto “Liberation Day” hanno scatenato uno dei peggiori crolli di mercato in tre giorni. Eppure, mentre la crescita rallenta, nessuno compra titoli di Stato. È un’anomalia pericolosa.

La FED ha tagliato i tassi, ma i bond sono scesi. Il sistema è fuori controllo: rendimenti troppo alti rendono il debito insostenibile. Se i Treasuries non si stabilizzano, il governo rischia di perdere il controllo del mercato obbligazionario.

Gli USA devono rifinanziare 7 trilioni di dollari di debito nel 2025, e 28 trilioni nei prossimi quattro anni. Servire il debito costa già oltre 478 miliardi l’anno: più della spesa per la difesa. La FED può controllare solo i tassi a breve; sui decennali comanda il mercato, che oggi pretende un premio di rischio maggiore. E questo è un circolo vizioso che alimenta l’inflazione.

Non si tratta di pessimismo, ma di realismo: senza strategia attiva, i risparmiatori rischiano grosso. La diversificazione cieca oggi è un azzardo. Come spiego nel mio libro Trend Positioning, esistono alternative migliori all’approccio 60/40.

La rottura della correlazione storica

Dal 1998, azioni e bond si muovevano in direzioni opposte. Ma nel 2022 questa relazione si è spezzata. Anche in piena incertezza, i bond non salgono. L’ETF TLT è addirittura sceso dopo il crollo azionario di febbraio.

Nel frattempo, le previsioni di PIL USA sono crollate da +2% a -3% nel primo trimestre. Goldman Sachs vede una recessione al 45%, mentre i mercati di scommesse la danno al 60%. Il petrolio è in caduta, segnalando debolezza globale. Eppure, i bond non reagiscono.

È un allarme silenzioso: se la relazione storica non si ripristina, le conseguenze saranno pesanti. Il debito USA è al 124% del PIL, e salirà oltre il 130% entro fine anno. Storicamente, questo porta al default.

L’effetto a spirale è innescato: alti rendimenti → più debito da emettere → più inflazione → bond che scendono → ancora più debito.

Un edge contro la massa

Il comportamento delle masse distorce la lucidità. Uno studio del Virginia Tech dimostra che il QI si abbassa in presenza di pressione sociale. Nei mercati, il “pensiero di gruppo” è spesso la vera trappola.

Il sondaggio AAII mostra 9 settimane consecutive di sentiment ribassista estremo – un record dal 1970. Con un VIX a 60 e un calo del 15% dell’S&P 500 in tre giorni, siamo vicini alla capitolazione.

Il nostro mantra è “Chiarezza contro il Caos”. Non diffondiamo paura, ma consapevolezza. E ricordiamo che i momenti peggiori spesso preludono alle opportunità più grandi.

Preparazione, non panico

Abbiamo oltre il 40% di liquidità e siamo pronti sia a cogliere rimbalzi sia a proteggerci se il mercato dovesse crollare. Il nostro scenario base prevede una fase simile al 2015-2016, ma siamo pronti anche a scenari più ostili.

Due ipotesi sul tavolo:

  • Scenario rosso: rimbalzo verso 5600–6050, seguito da calo a 3500–4200.

  • Scenario verde: calo sopra i 4260, poi rally finale fino a 6300+.

Il Russell 2000, in affanno, potrebbe anticipare la discesa. Chi spera in un ritorno dei rialzi senza preparazione rischia grosso.

Il finto bull market del 2024

Il rally del 2024 era insano. Dal giorno dell’insediamento di Trump (20 gennaio 2025), l’S&P ha perso il 14%. È il peggior inizio di mandato della storia. 5,8 trilioni di dollari bruciati in 4 giorni di marzo.

Il classico flight to safety (azioni giù, dollaro e bond su) non si è verificato. Il meccanismo di protezione è rotto.

Ma non è tutto nero: nel passato, momenti simili hanno generato i titoli più redditizi della storia. Dopo crisi, guerre e crolli, i mercati hanno sempre offerto opportunità straordinarie agli investitori attivi e preparati.

Il momento è ora

Il mercato ha cancellato in meno di due mesi tutti i guadagni 2023-2024. Eppure, le vere occasioni si colgono nel caos. Serve una strategia, non paura.

Chi ha seguito il nostro modello ha oggi liquidità e lucidità. Continuiamo a comprare con disciplina, pronti a rafforzare le coperture se necessario. L’innovazione (come l’AI) non si ferma. Quando il mercato troverà un pavimento, chi sarà pronto potrà cogliere opportunità generazionali.

Come disse Buffett: “Il problema non è sapere cosa fare, ma avere la forza emotiva per farlo nei momenti difficili.”

Non inseguire la speranza, segui una strategia.

Il mercato ha cancellato in meno di due mesi tutti i guadagni 2023-2024. Eppure, le vere occasioni si colgono nel caos. Serve una strategia, non paura.

Chi ha seguito il nostro modello ha oggi liquidità e lucidità. Continuiamo a comprare con disciplina, pronti a rafforzare le coperture se necessario. L’innovazione (come l’AI) non si ferma. Quando il mercato troverà un pavimento, chi sarà pronto potrà cogliere opportunità generazionali.

Come disse Buffett: “Il problema non è sapere cosa fare, ma avere la forza emotiva per farlo nei momenti difficili.”

Qui puoi trovare il nostro libro Trend Positioning.

Gian Massimo Usai

Lead Tech Analyst | Head Of Research

Trend Positioning Research Institute

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Chi è Gian Massimo Usai?

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Nota: Il TPRI conduce ricerche e formula conclusioni operative per il proprio Portafoglio Tematico Tecnologico THÉMA . Le informazioni condivise con i lettori non garantiscono performance delle azioni né costituiscono consulenza finanziaria. È consigliabile consultare il proprio consulente finanziario prima di investire.Vi invitiamo a fare le vostre analisi prima di acquistare azioni delle società eventualmente citate nei nostri canali. 

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