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In questa prima uscita di The Macro Letter non mi soffermerò sui temi che dominano le cronache economiche: non parlerò di dazi, tariffe, delle mosse della FED, dei tassi di interesse o delle tensioni geopolitiche che agitano i mercati globali.
Questi argomenti, per quanto cruciali, sono solo frammenti di un quadro più ampio, spesso usati per distrarre o confondere. Oggi voglio prima di tutto affrontare qualcosa di molto più importante: la promessa tradita della mobilità sociale e l’esclusione di un’intera generazione – in Italia e nel mondo – dall’accesso alla proprietà e alla creazione di valore.
È una frattura profonda, che non si risolve con proclami politici, ma con una riflessione radicale e un’azione coraggiosa. Preparatevi a guardare oltre i titoli di giornale: questa è una lettera per chi è pronto a costruire, non a lamentarsi.
Non è per mancanza di ambizione o tenacia che i Millennials dubitano del capitalismo. Il loro scetticismo nasce da una verità cruda: la scala verso la mobilità sociale è stata smantellata. Il sistema richiede obbedienza alle vecchie regole, ma non offre accesso reale al capitale, alla proprietà o alle opportunità.
Per due decenni, ai Millennials è stato promesso che la laurea, la fedeltà aziendale e il risparmio sarebbero stati sufficienti. Ma i prezzi per entrare nel gioco della ricchezza sono esplosi.
Negli USA, il debito studentesco ha raggiunto 1,7 trilioni di dollari nel 2024. In Italia, il costo delle case nelle grandi città è aumentato del 30% più dei salari. I giovani sotto i 35 anni guadagnano il 20% in meno rispetto ai coetanei degli anni ’90. Il tasso di disoccupazione giovanile è al 20,5%.
L’accesso agli investimenti è sempre più riservato a chi ha già capitale. In Italia, la cultura del “posto fisso” e la rigidità del sistema frenano l’iniziativa. Le banche non finanziano i giovani, le carriere sono spesso chiuse a chi non ha reti familiari. Solo il 30% degli under 40 ha investito in strumenti diversi dal conto risparmio.
Non è debolezza, non è una crisi passeggera. È una presa di coscienza collettiva: il sistema è progettato per funzionare così, concentrando l’accesso alla ricchezza in poche mani.
Le nuove generazioni stanno agendo. Non per ideologia, ma per sopravvivenza.
Negli USA, il 50% dei Millennials lavora in modalità autonoma. In Italia, le partite IVA sotto i 35 anni sono cresciute del 15% in dieci anni. Il 12% dei giovani italiani ha investito in criptovalute. La Gen Z rifiuta il mito del “posto fisso”, e si muove verso autonomia e flessibilità.
Il capitalismo non viene rifiutato, ma viene abbandonato nella sua forma chiusa e iniqua. È in atto un ritiro strategico dalle sue versioni più inaccessibili.
Il nostro modello R.A.P.T.OR. – illustrato nel libro “Trend Positioning” – nasce per aiutare chi vuole agire con lucidità in questo contesto. Si tratta di intercettare i trend emergenti, evitare la trappola dei paradigmi vecchi e costruire portafogli tecnologici in grado di prosperare nelle nuove condizioni.
La fiducia si è spezzata non per un singolo evento, ma per l’accumulo di esclusioni. I Millennials hanno iniziato con la crisi del 2008. La Gen Z ha ereditato una pandemia, un’inflazione persistente e un sistema pensionistico che pesa su di loro ma non offrirà ritorni adeguati.
Ora c’è un movimento diffuso di auto-determinazione economica. Si manifesta in nuove forme: investimenti personali, microimprese, criptovalute, piattaforme digitali. In Italia, Fiverr e Vinted sono esempi crescenti. Il cambiamento è già iniziato.
Peter Thiel ha sempre sostenuto che il vero progresso nasce fuori dai sistemi esistenti. Le aziende che guidano oggi l’economia – Palantir, Tesla, Nvidia – sono nate in spazi aperti, liberi da vincoli.
In Italia dobbiamo adottare lo stesso approccio. Startup come Cortilia o Casavo hanno innovato in settori tradizionali, nonostante le difficoltà. Serve cercare “segreti” e costruire su ciò che gli altri ignorano.
Nonostante tutto, il futuro è pieno di energia. Dalle app decentralizzate ai creator digitali, dalle startup alle piattaforme di investimento: il valore si crea in modi nuovi, spesso lontani dai percorsi tradizionali.
Questa lettera non è rivolta solo ai giovani. È un invito anche ai genitori, imprenditori, professionisti. Chi pensa di aiutare i figli con prudenza e stabilità rischia di imprigionarli nel vecchio sistema. Investire davvero nel loro futuro significa prepararli a gestire rischio e innovazione.
Io non ho avuto scorciatoie. Ho agito, osservato, rischiato. E ho capito che aspettare la riforma del sistema è il modo più sicuro per perdere il treno delle opportunità.
Il capitale oggi premia chi capisce in anticipo. Chi si ostina a restare fedele al passato sarà superato. Chi costruisce, guiderà.
Non è una previsione. È già in corso. AI, dati, energia, DeFi, robotica: stanno ridefinendo l’economia. Le aziende che vi investono sono i nuovi pilastri. In Italia, serve superare la paura del rischio e costruire un nuovo paradigma.
Il mondo cambia. Chi agirà oggi non solo sopravviverà al cambiamento, ma lo guiderà.
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Efisio Garau
Head of Fundamental Analysis
Trend Positioning Research Institute
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