Analisi e Video Analisi del mercato azionario
28 Marzo 2022
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Analisi del mercato: azionario USA
PANORAMICA
Mercato azionario ancora positivo sulla scia dell’exploit di due settimane fa, nonostante i rialzi di petrolio e tasso del T-10yrs. A questo punto un modesto ritracciamento sarebbe salutare e permetterebbe a titoli come AAPL, TSLA e NVDA di riprendere fiato (magari con la formazione di handle).
FINESTRA MACRO-GEOPOLITICA
Il rendimento del T-10yrs è cresciuto di 34 punti base a 2.49%, il livello più alto da Maggio 2019, molto al di sopra del minimo del 1 Marzo a 1.68%. Il rally del bond a 2 anni è stato ancora più impetuoso, riducendo il gap a soli 20 punti base. L’appiattimento della curva dei rendimenti (già invertita in alcuni punti) riflette le attese per una rialzo aggressivo dei tassi e un possibile rallentamento dell’economia.
Il tema tassi, inteso sia come rendimento delle obbligazioni di Stato U.S.A che come tasso benchmark della FED ha riconquistato la scena macro delle ultime settimane. Proviamo ora a rispondere ad alcune domande che probabilmente pure tu ti stai ponendo.
1. Perchè i tassi di interesse stanno aumentando?
- Il rendimento del T-10yrs è cresciuto di 60 punti base (0.60%) a Marzo, toccando un livello che non si vedeva da Maggio 2019. La settimana che si è appena conclusa ha visto l’incremento maggiore (30 punti base) da Settembre 2019 e il quinto più importante negli ultimi 10 anni. Con l’inflazione ai massimi da 40 anni e la FED che vorrebbe velocizzare il nuovo corso monetario restrittivo, il rialzo del rendimento è la risposta proprio alle ultime mosse della banca centrale.
- Il tasso dei bond a breve scadenza riflette già la politica FED più aggressiva degli ultimi tempi.
Il rapido incremento del rendimento del bond a 2 anni indica che il mercato sta già prezzando le aspettative per i prossimi rialzi nel corso del 2022. La crescita si è attestata allo 0.75% in Marzo, triplicando dall’inizio dell’anno. Mentre i tassi (Fed Fund Rate) sono passati soltanto dallo 0% allo 0.25%, la risposta del titolo a breve scadenza è stata molto più forte, proprio in vista di quello che potrebbe succedere nel prossimo futuro.
- I tassi dei bond a più lunga scadenza hanno ancora margini di salita.
Il rendimento del T-10yrs è già cresciuto in maniera molto sostenuta nel corso del 2022. Il tasso era rimasto su livelli bassi soprattutto a causa della pressione ribassista esercitata dal programma di QE dall’inizio del 2020 (che ha portato il balance sheet della FED da $4trilioni a $9 trilioni). Nei prossimi mesi la banca centrale comincerà a “ripulire” il proprio bilancio. Questo sarà un fattore che insieme all’inflazione elevata potrebbe spingere ulteriormente il rendimento verso l’alto.
2. Il rialzo dei tassi da parte della FED provocherà una recessione?
- Tassi di interesse più alti appaiono come un fattore di rallentamento della crescita economica, ma non di totale arresto: al momento una vera e propria recessione non appare molto probabile nel 2022, pur essendoci invece un alto rischio per il momentum della ripresa economica e di alcuni settori del mercato azionario.
L’economia nel complesso sembra essere abbastanza forte per affrontare senza troppi patemi il cambio delle politiche, come mostrato dalle nuove richieste per sussidi di disoccupazione ai minimi dal 1969 e dall’ampia offerta di posti di lavoro da parte delle imprese, che si aspettano quindi una forte domanda per beni e servizi anche in futuro. Incoraggianti anche i risparmi accumulati dalle famiglie, pari a circa $2 trilioni.
- I tassi sono in crescita, ma non sono ancora arrivati a livelli “limite”: cerca di non confondere tassi in salita con tassi elevati in termini assoluti. La FED ha dato via al rialzo, ma partendo dallo 0%, e lo stesso rendimento del T-10yrs è ancora sotto la media degli ultimi 20 anni pari al 2.95%. Una politica monetaria restrittiva può in teoria causare una recessione, ma al momento sembriamo essere ancora lontani da un evento di questo tipo. I catalizzatori tradizionali delle crisi economiche sono storicamente lo scoppio di bolle (tech/Internet nel 2000, mutui subprime nel 2008), shock esogeni (crisi energetica nel 1973, pandemia globale nel 2020) e politiche monetarie restrittive (1980, 1981, 1990). Se escludiamo lo shock dovuto alla pandemia, le ultime tre recessioni sono partite con i tassi FED oltre il 4%.
- Attenzione ai campanelli d’allarme: nonostante il rallentamento dell’economia appaia lo scenario più probabile rispetto ad una vera e propria recessione, i rischi di vedere effettivamente un downturn sembrano aumentare, soprattuto osservando l’appiattimento della curva dei rendimenti, l’aumento dei tassi dei mutui e in generale una contrazione della liquidità.
La curva dei rendimenti (T-10yrs – T-2yrs) è stata nel corso degli anni un indicatore affidabile (ma non infallibile) nell’anticipare le crisi economiche. Mentre di solito la curva è inclinata positivamente, al momento appare piatta, riflettendo la politica monetaria restrittiva nel breve termine e le attese per una crescita economica più lenta nel lungo periodo. Indicatore da seguire con attenzione, ma senza isterismi. Nel 1994 ad esempio (periodo con molte similitudini alla situazione odierna) la curva si appiattì in maniera evidente, senza che si verificasse nessuna recessione prolungata o crollo del mercato azionario.
La crescita del tasso di interesse dei mutui è probabilmente l’effetto più tangibile delle nuove politiche FED (+1% rispetto all’inizio del 2022). OK, magari il mercato immobiliare non rischia di affondare, ma una pausa nella crescita dei prezzi sarebbe normale. L’indice S&P500 CoreLogic Case-Shiller mostra una crescita Y/Y del 18/20% delle quotazioni, un ritmo addirittura superiore a quello del 2004-2006.
Il Chicago FED Financial Conditions Index mostra una contrazione delle condizioni di liquidità generali, indicando che le aspettative per il cambio delle politiche della banca centrale sono già almeno in parte scontate dal mercato. La contrazione è dovuta in gran parte all’aumento della volitilità e non da un balzo dei credit spread o da uno shock finanziario. Insieme al balzo del rendimento del bond a 2 anni possiamo dire che il mercato sta già facendo il lavoro della FED, riducendo la liquidità prima dei prossimi rialzi dei tassi.
ANGOLO DEGLI ETF
+1.9% per FFTY e +3.5% per BOUT. Bene anche SMH (+2.3%), mentre IGV ha perso lo 0.6%.
Balzo di XME (+8.1%) e XLE (+6.6%). +1.7% per PAVE e +1.1% per JETS. Male XHB (- 8.8% sulla scia del rialzo dei tassi di interesse e report deludente sul mercato immobiliare). In rosso XLV (-0.5%).
I PROTAGONISTI
AAPL: +6.55% per Apple a $174.72 e SMA50D riconquistata. Il prezzo è prossimo al pivot di un double bottom a $176.75. Il titolo è salito per nove sessione consecutive, pertanto una pausa e la formazione di una handle sarebbe ideale per minimizzare il rischio di un pullback post-breakout. Forza relativa sui massimi.
TSLA: volata di Tesla con un +11.6% a $1010.64, che segue il +13.8% di due settimane fa. Pivot sui $1208.10. Prima del ritracciamento di Venerdì il titolo era cresciuto per otto sessioni consecutive. Una handle che permetterebbe alla medie di riavvicinarsi al prezzo sarebbe ideale a questo punto.
NVDA: Nvidia protagonista del revival dei semiconduttori con un robusto +4.7% a $276.92, che arriva dopo il +20% di due settimane fa. Anche in questo caso la formazione di una handle sarebbe costruttiva.
REGN: dopo i forti guadagni delle due settimane, Regeneron ha costruito una sorta di handle alta nella pivot zone di una flat base.
ANALISI DEL TREND
Buona settimana da parte del Nasdaq e dell’S&P500 che si porta nuovamente sopra la SMA200D. Livello chiave vicino anche per il Dow. Notevole la performance del Nasdaq nelle ultime settimane, nonostante il rendimento del T-10yrs in ascesa.
Gran parte dei guadagni derivano dalle performance di APPL, TSLA, NVDA e GOOGL: un ritracciamento delle megacap potrebbe quindi avere ripercussioni su tutto il mercato, ma allo stesso tempo sarebbe benefico per gli stessi titoli che potrebbero vedere così le medie mobili riavvicinarsi al prezzo.
Settore energetico e commodity stock ancora caldi, ma setup interessanti sono comparsi anche su numerose growth.
TRIMESTRALI
28/03/2022:
29/03/2022: MU, LULU
30/03/2022: BNTX
31/03/2022:
01/04/2022:
COSA FARE?
Le ultime due settimane hanno portato in dote nuovi setup su svariate industrie. Lavora sempre sulle watchlist, focalizzati sulle handle in caso di ritracciamenti e prediligi titoli con forza relativa sui massimi.
Molto importante rimanere sincronizzati con l’azione corrente del mercato ed essere pronti ad eventuali rotazioni.
AZIONARIO USA
Chiusura settimanale indici:
S&P500: +1.79%
Dow Jones: +0.31%
Nasdaq: +1.98%
Russell2000: -0.39%
TERMOMETRO TPRI
Il Fear&Greed Index sale a quota 46, indicando equilibrio tra paura ed avidità. Una settimana fa il valore era pari a 37.
Divergenza $NAAR50 vs $COMP: aumento della percentuale di titoli che prezzano sopra la SMA50 rispetto alla settimana precedente, in convergenza con il rialzo dell’indice.
Put/Call Ratio=0.87 (0.78) Indicatore contrarian che compara il numero totale delle put tradate giornalmente con quello delle call. Valori sopra 1.2 indicano possibili bottom, mentre valori estremamente bassi indicano l’accumulo di opzioni call da parte dei retail, e quindi una “eccessiva” euforia con possibile ritracciamento in arrivo.
CBOE Volatility Index: 20.81
Percentuale Titoli > SMA200D 26/03/2022
La percentuale dei titoli S&P500 scambiati sopra la loro media mobile a 200 periodi è pari al 53.11%, sul Nasdaq100 il 45.00% dei titoli prezza sopra lo stesso indicatore, mentre sul NYSE la percentuale è pari al 44.87%.
Nuovi MAX 52 settimane 26/03/2022
Di seguito i titoli che hanno creato un nuovo massimo a 52 settimane, e stanno sovraperformando l’indice di riferimento S&P500.
Questi titoli mostrano una forza relativa maggiore rispetto all’indice e vanno quindi seguiti con attenzione in un’ottica long.
GUNR
XME
APA
CNQ
EOG
EQNR
EQT
HES
MUR
OXY
PXD
VLO
BRK/B
WRB
Y
CMRE
DE
TGI
TRTN
CCJ
CF
CLF
LXU
MOS
NTR
NUE
SLGN
SQM
TMST
X
SWCH
BIP
Market Leaders 26/03/2022
Passiamo ora alla lista di azioni filtrate con il criterio FnRzt:
PLAN
Y
Asset allocation e analisi settoriale 26-03-2022
Asset Allocation
Forza e Momentum Settori S&P500
Value vs Growth
Value vs Growth (size)
Weekly Performance Settori & Top10 Industrie 26-03-2022
-Energy top sector con un RoC_5,D del +7.81%
-Health Care bottom sector con un RoC_5,D pari a -0.59%
Analisi azioni: Top 10% Market Movers S&P500 25/03/2022