Missione (quasi) compiuta per la Fed: stop a nuovi rialzi dei tassi?

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Un Jerome Powell da Premio Oscar durante la conferenza stampa di ieri ha dosato le parole e le frasi per mantenere ancora viva la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi d’interesse da parte della banca centrale, ma allo stesso tempo ha rassicurato su uno scenario “on hold” anche per i prossimi meeting.

Decisione già scontata

Come ribadito lunedì durante il webinar R.A.P.T.OR, la decisione della banca centrale di mantenere i tassi d’interesse invariati al termine della riunione di novembre era già nell’aria. Quindi, durante la conferenza stampa sarebbe bastata una semplice battuta per cambiare l’opinione diffusa che nonostante l’inflazione ancora fuori target, un mercato del lavoro robusto e un’economia forte la Fed abbia probabilmente terminato con gli aumenti dei tassi d’interesse.

Nessuna sorpresa

La svolta verbale tanto attesa (e temuta) non è mai arrivata. Powell ha affermato che i rischi di “fare troppo” e “fare troppo poco” stanno diventando “più equilibrati”. Ha raccontato con soddisfazione i progressi sia sull’inflazione che sulla crescita dei salari. Ha sottolineato che i tassi sono “chiaramente restrittivi”, pur riconoscendo che ora l’attenzione è su “acquisire fiducia” che la politica sia sufficientemente restrittiva, lasciando intendere che potrebbe già esserlo.

Proiezioni di settembre sminuite

Ha minimizzato notevolmente l’importanza delle proiezioni trimestrali sui Fed Funds che a settembre indicavano un altro ritocco da 25bps.

“Penso che l’efficacia delle proiezioni probabilmente si deteriori nel periodo di tre mesi tra quella riunione e la successiva”, ha detto Powell, aggiungendo che le proiezioni della Fed “non sono una promessa o un piano per il futuro”.

Nuovi ritocchi improbabili (ma non impossibili)

I commenti del presidente della Fed mercoledì hanno effettivamente alzato l’asticella su ciò che dovrà succedere per alzare i tassi di interesse sopra il range attuale del 5,25-5,50%. Con l’aumento dei rendimenti dei Treasury, l’irrigidimento delle condizioni finanziarie e il raffreddamento dell’inflazione, la nuova soglia critica per un aumento dei tassi potrebbe non essere mai raggiunta.

Investitori fiduciosi

Poco dopo la fine della conferenza stampa, gli investitori stavano considerando con un’82% di probabilità che la banca centrale mantenga i tassi invariati anche a dicembre, in aumento rispetto al 70% del giorno precedente, secondo il CME FedWatch.

L’impressione a caldo è stata quella che il FOMC, seppure ancora con bias hawkish, possa mantenere questo approccio “on hold”, e non fare una semplice pausa nel ciclo rialzista dei tassi.

Ovviamente da bravo marinaio navigato, Powell è stato attento a non chiudere del tutto la porta alla possibilità di un altro rialzo dei tassi e ha seguito tutti gli step per ricordare come tutte le opzioni siano ancora valide per il futuro.

I tagli ai tassi non sono affatto in discussione al momento, e nemmeno una terza pausa consecutiva a dicembre impedirebbe  di procedere con un altro rialzo a gennaio nel caso fossero necessarie ulteriori restrizioni.

Powell equilibrista

Powell ha sottolineato come il FOMC non abbia avuto intenzione di tagliare, ma allo stesso tempo non fosse desideroso di aumentare i tassi.

L’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato ha reso le condizioni finanziarie più restrittive di recente, ma Powell ha sottolineato che non è ancora chiaro se l’attuale trend durerà, e se un’inversione di tendenza potrebbe rendere necessarie ulteriori restrizioni monetarie.

L’inflazione potrebbe iniziare a risalire entro la fine dell’anno, nonostante si stia progressivamente avvicinando al target del 2%. La forza del mercato del lavoro potrebbe nuovamente creare spinte inflazionistiche, alimentando i consumi e un altro trimestre di crescita superiore alle stime.

Tuttavia al momento sembra improbabile un ulteriore rialzo dei tassi e occhi  e orecchie sono già puntati agli NFP di venerdì e al prossimo meeting di dicembre.

Insomma per ora l’approccio “higher for longer” appare come la nuova normalità, come abbiamo discusso in tempi non sospetti nei webinar riservati R.A.P.T.OR.

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