Powell: scherzetto di Halloween in ritardo?

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Alla fine lo scherzetto è arrivato. Non durante la conferenza stampa post-Halloween e nemmeno durante l’intervento di mercoledì.

Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha atteso giovedì e l’evento organizzato dal FMI per ribadire con decisione come la banca centrale mantenga ben aperta la porta per un altro aumento dei tassi di interesse nel caso in cui l’inflazione rimanga elevata e la crescita economica continui a essere robusta.

Progressi si, ma corsa ad ostacoli non finita

Powell ha riconosciuto come la crescita dei prezzi abbia rallentanto nei mesi scorsi, tuttavia, i membri della Fed non sono sicuri che attualmente la politica monetaria sia “sufficientemente restrittiva”per riportare l’inflazione al 2%.

Il Comitato di politica monetaria della Fed non è quindi ancora disposto a dichiarare ufficialmente concluso il ciclo di aumento dei tassi di interesse, nonostante la situazione di stand-by degli ultimi mesi. Le parole del chairman sono apparse un po’ più intransigenti rispetto alle dichiarazioni alla conferenza stampa dell’1 novembre, interpretate ampiamente come indicazione sul fatto che la banca voglia mantenere i tassi stabili per il terzo metting consecutivo (12-13 dicembre).

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

Dopo i dati del PIL del terzo trimestre, Powell ha osservato che la Fed è “attenta al rischio che una crescita più forte possa compromettere ulteriori progressi”, sia nel riequilibrare il mercato del lavoro, sia nel rallentare l’inflazione.

Qualsiasi boom in questi numeri “potrebbe giustificare una risposta da parte della politica monetaria”, ha affermato Powell, aggiungendo in seguito che “l’inflazione ci ha già ingannato altre volte”.

Approccio data-driven

Tuttavia, un altro aumento dei tassi è tutto tranne che certo. Powell ha provato a indorare nuovamente la pillola, come ha fatto nelle settimane precedenti, affermando che la banca centrale si muoverà con attenzione per evitare il rischio di soffocare l’economia

La natura retrospettiva dei dati economici, così come il ritardo con cui la politica monetaria influenza l’economia, rendono rischioso spingersi troppo avanti, errore che potrebbe causare una dura recessione.

L’analisi delle politiche Fed è pane quotidiano all’interno del percorso R.A.P.T.OR.

 

 

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