Il mercato azionario ha iniziato la settimana piuttosto bene, ma il Nasdaq ha invertito la rotta dopo aver superato brevemente la media a 50 giorni.
Non va meglio per il Russell 2000, in particolare per la partizione delle micro-cap che ha superato i peggiori livelli del 2023 e si trova ora ai livelli del 2020 post Covid.
I dati sull’inflazione sollevano preoccupazioni
La recente tendenza alla disinflazione in un contesto di forte crescita si è interrotto a Settembre. L’indice dei prezzi al consumo ha mostrato un peggioramento con un aumento dello 0,4% rispetto ad Agosto e dello 0,3% nel CPI core, esclusi i generi alimentari e le bevande.
I prezzi dei beni non energetici sono scesi per il quarto mese consecutivo, insieme al calo dei prezzi delle auto usate.
Ma i prezzi dei servizi, escluse le abitazioni, sono aumentati dello 0,6% mese su mese.
Il rapporto CPI di settembre suggerisce quindi che, come temevano i responsabili della Fed, l’economia è cresciuta troppo velocemente perché l’inflazione possa continuare ad avere un calo graduale verso l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed.
L’incertezza geopolitica ha pesato sul sentimento in vista del fine settimana, dopo la notizia che Israele ha avvertito 1,1 milioni di residenti nel nord della Striscia di Gaza di evacuare entro 24 ore. Allo stesso tempo, il ministro degli Esteri iraniano ha osservato che il protrarsi dell’assedio di Gaza da parte di Israele “provocherà reazioni in altre aree”.
Questa notizia ha alimentato alcuni acquisti di beni rifugio nei Treasury, ma i tassi si sono allontanati dai loro minimi dopo che il sondaggio preliminare sul sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan ha mostrato un aumento delle aspettative di inflazione per l’anno successivo al 3,8% dal 3,2% e delle aspettative di inflazione a lungo termine al 3,0% dal 2,8%.
Uno scomodo ritorno alla “normalità”: la fine della Diversificazione
Quando la Federal Reserve ha iniziato ad alzare i tassi a Marzo 2022, il rendimento del titolo a 10 anni era di circa il 2,15%. Non molto tempo fa, era alla soglia del 5,00% e oggi si trova al 4,63%.
La situazione odierna appare e sembra anormale per molti investitori che hanno conosciuto solo l’ambiente dei tassi d’interesse bassi che si era consolidato nel periodo successivo alla crisi finanziaria del 2008.
Ebbene, quel periodo è finito ed è arrivato un “nuovo” periodo. Il nuovo periodo sarà caratterizzato da tassi più alti, o almeno più alti dei tassi bassi che sono stati la norma negli ultimi 15 anni circa.
Per molti investitori, i tassi più alti visti oggi sembrano estremamente restrittivi. Questo è comprensibile, ma i tassi più alti di oggi sono in realtà più in linea con la normalità degli anni precedenti la crisi finanziaria – e quei tassi, non dimentichiamolo, erano molto più bassi di quelli a due cifre percentuali dei primi anni Ottanta.
E ora siamo tornati alla nuova normalità:
Azioni e obbligazioni sono correlate positivamente, soprattutto nei giorni di ribasso.
Una cosa sembra evidente:
Non siamo più nell’epoca d’oro dei portafogli diversificati e i portafogli 60/40, risparmiatori e investitori dovranno adattarsi, come abbiamo detto più volte negli ultimi 2 anni.
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