Che fine ha fatto Joe Biden?

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Che fine ha fatto Joe Biden? Questa è la domanda da $1M della settimana.

Il mercato ha dimostrato forza in mezzo alle nuove tensioni politiche, registrando guadagni per due lunedì consecutivi nonostante il tentato omicidio di Trump e il ritiro dalla corsa alla Casa Bianca e successiva scomparsa da parte di Biden. Questo suggerisce che la fiducia degli investitori rimane alta, evidenziando la capacità del mercato di adattarsi a scenari politici volatili.

Il Semaforo TPRI rimane verde, come segnalato dagli scan R.A.P.T.OR.

La politica si prende la scena

Domenica, il Presidente Joe Biden si è ritirato dalla corsa per la rielezione e ha offerto il suo supporto alla Vicepresidente Kamala Harris. Sebbene l’uscita di Biden rimuova alcune incertezze per il mercato, allo stesso tempo rimescola le carte sul tavolo.

Nelle ultime settimane abbiamo rilevato una rotazione verso determinati settori e industrie favorite da una possibile vittoria di Trump, mentre nel cambio fra Biden e Harris non emergono particolari differenze a livello di agenda.

Molte cose possono ancora cambiare prima delle elezioni di novembre.

Il mercato obbligazionario è rimasto composto dopo il ritiro di Biden. Il rendimento del Treasury a 10 anni è salito di due punti base al 4,26%, terzo aumento consecutivo.

 

Il tecnologico ci prova

L’S&P500 e il Nasdaq sono rimbalzati ieri, dando l’illusione che le vendite della scorsa settimana possano essere terminate. L’S&P500, che è salito dell’1,08%, si è mantenuto sopra il livello dei 5.500 e ha recuperato la EMA21D. Il Nasdaq è aumentato dell’1,58% e ha chiuso appena sopra i 18.000. Le Sette Sorelle hanno fatto la loro parte, aumentando di oltre il 2% come gruppo.

Il Dow Jones si è mantenuto sopra il livello dei 40.000 dopo un aumento dello 0,32% lunedì. Ottime le small-cap, con il Russell2000 che ha recuperato l’1,66%.

Sicuramente, parte del rimbalzo di ieri è stata una reazione fisiologica alle vendite della scorsa settimana. L’S&P500 e il Nasdaq hanno appena chiuso la loro peggior settimana da metà aprile, e il Nasdaq ha interrotto una serie di sei settimane positive.

A differenza della rotazione settoriale e dell’effetto Trump che hanno caratterizzato gran parte del mercato della scorsa settimana, gli scambi di ieri sono stati più ampi. L’Energy Select Sector SPDR (XLE) è stato l’unico indice settoriale dell’S&P 500 a chiudere in ribasso. Tuttavia, l’iShares Russell 1000 Growth ETF (IWF) ha sovraperformato con un guadagno dell’1,57% rispetto a un aumento dello 0,53% dell’iShares Russell 1000 Value (IWD).

Il PHLX Semiconductor Index, il cui crollo dell’8,8% la scorsa settimana ha esemplificato le difficoltà del settore tecnologico, è salito del 4% e ha trovato supporto alla sua SMA50D.

I titoli in rialzo hanno superato quelli in ribasso di quasi 3 a 1 al New York Stock Exchange e di circa 11 a 5 al Nasdaq. Il volume è aumentato sul Nasdaq e diminuito sul NYSE.

Settori e industrie

Arrivano le trimestrali di Tesla e Google

Dopo la nuova prova di forza da parte delle small-cap di ieri, oggi il tecnologico potrebbe trovare nuovi spunti o addirittura catalizzatori con le trimestrali di Tesla e Google. Attenzione però, perchè potrebbero anche innescare movimenti negativi.

 

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